ESCURSIONE ESPLORATIVA
Dirett(issim)a all'Accellica

Vallone della Neve - Accellica Nord - 'o Ninno

(5 maggio 2013)

 


La verdissima valle del f. Calore dalla SS 164 Montella - Acerno


Accellica da NE: Varco, Ninno, Anticima NE e i valloni

Aquilegia


'A Celeca, dalla radura sopra i Pitiniti


Savinella


Il Porcino Marinari


Porcino Marinari, Raio d'a Ferrera

Torrente del Vallone della Neve (parte bassa, sul sent. 104)


 

Il Fascino della montagna non alberga solo sulle cime. L'Accellica, il Terminio e un po' tutti i monti Picentini ne sono un esempio lampante, con i loro fitti boschi, altipiani in quota, pareti a strapiombo, selvaggi valloni e bellissime grotte.
Sebbene fuori dalla rete sentieristica ufficiale (nata negli anni '80 grazie a D. Vece, la CM di Acerno e poi rifinita ed ampliata nei successivi decennni dal CAI di Salerno e Avellino), il Vallone della Neve è un esempio calzante di quanto detto poc'anzi. Scende dalla cresta N, con forti pendenze immediatamente sotto le cime, e prosegue come stretto vallone verso NNE, parallelamente al più orientale Vallone del Ninno (o della Savina, solcato dal Raio delle Ferriere, che proviene invece dal Varco del Paradiso, "angolo" NE della montagna).
Il suo nome, riportato anche sulle carte IGM, è legato all'antica usanza di andarvi a reperire la neve per l'utilizzo in cucina e in medicina [A. Guerriero, Le vie della neve nel Regno di Napoli, Pozzuoli, 2008; G. Adinolfi, 'E vvie sulitarie, p. 61-68, Sorrento, 2011]. Nonostante gli inverni non siano più rigidi e nevosi come quelli del recente passato, tuttora in questo vallone la neve si conserva naturalmente, sotto il fogliame, e spesso fino all'estate grazie all'esposizione favorevole che la difende da sole e venti caldi. Molti montellesi ricorderanno che i loro genitori o nonni si recavano regolarmente con i muli al Vallone della Neve per fare incetta dell'allora prezioso carico gelato.
Lo spallone boscoso che sovrasta ad ovest il Vallone della Neve non sembra eccessivamente irto. Costituisce in effetti una via diretta alla cima Nord (vedi Carta in calce).
Avendo già risalito il VdNeve -
22/7/2012- fino alla 'testata bassa' (ovv. il fondo dell'imbuto o impluvio che, nella sua parte alta, oltrepassa l'isoipsa dei 1500m) ed essendomi arrampicato quella volta su pendii erbosi fino a q. 1300c., ho potuto personalmente constatare che una direttissima alla cresta/cima N che passi dentro al Vallone è realizzabile solo alpinisticamente (dei due canali che si dipartono a monte del vallone vero e proprio, più roccioso e pendente quello che sale verso SW, più facile la diramazione che punta a destra/W; l'uscita verso E, sulla spalla tra VdNeve e Zachela, e l'eventuale proseguimento verso l'alto o in traverso verso il Vall. Savina, vedi la mia pag. sull'Accellica, note 11 e 15B).
Comunque oggi voglio esplorare la via d'uscita dal Vallone della Neve a monte della strettoia (ma a valle del fondo dell'imbuto o testata bassa del VdN già esplorato), quindi parto con lo zaino leggero, sacrificando a malincuore la pesante reflex Canon (e relativi obiettivi) in favore della più leggera e compatta Lumix FZ28 che ho usato per gli scatti di questa pagina.

 

Vallone della Neve

Giunti quindi all'attacco del Vallone della Neve sul CAI 104, saluto i miei compagni e risalgo la parte bassa del vallone fino al ponticello e ai sempre più fatiscenti muretti dell'impianto dell'acquedotto Alto Calore. Una piccola salamandra mi trattiene per una ventina di minuti in un ambiente come sempre di grande suggestione, dominato dal verde intenso di foglie e muschio e con il ronzio di fondo delle tubazioni che contende il silenzio a qualche insistente cinguettio e allo scroscio dell'acqua.


 

 

 




Oltrepassata la strettoia rocciosa poco a monte dello slargo dominato dall'impianto idrico, è massimo l'intasamento di sfasciumi e tronchi caduti dall'alto.
Nelle strette forre e sotto paretine rocciose (ad es. nel Vallone dell'Inferno, sul Matese) gli escursionisti devono sempre far attenzione, specialm. al disgelo o dopo le piogge, alla possibile caduta di pietre. Ma qui m'immagino cosa debba significare essere presente mentre un tronco di svariati quintali precipita da 100m più sopra...
Arranco con qualche difficoltà tra legno bagnato, rami, terra; poi spunta anche la neve, come al solito difesa da qualche strato di foglie. Ne scavo un po' e mi rinfresco la faccia. Dopo il punto più intasato, verso 1020-1050m, comincio la risalita a destra (W) che mi porta, per belle pendenze erbose, fuori dal fondo del vallone sulla sua spalla occidentale, quindi verso la cima nord dell'Accellica [descrizione più accurata nella pagina dell'Accellica, sezione "Le mie risalite", escurs. 5/5/13]. Escludendo una mezz'ora di soste unicamente fotografiche, ho impiegato un'oretta per il tratto su sent. 104, un'altra oretta per il tratto mediano intasato e per la fuoriuscita dal vallone con arrampicata F, e poi due ore di camminata diretta nel bosco (neve nel tratto finale) fino a sbucare in cresta poco a W della cima N (tot. c. 4h).

 

Varco del Paradiso (Nord), "Ninno" e Accellica Sud ("Pettinessa")

 

 


Un finto autunno in un vero paradiso

Madonnina o Dea Madre?

Ninno da Nord

 


La Savina

 


Acellica N e Varco Nord, dal Ninno

Cima del Ninno

Varco Sud, dal Ninno

Sopra al Butto della Neve

 

 

 

 

 


Mt. Sassosano (Sassetano) e
Vallone Fiumicello (Iumicieddo)

Mt. Sassosano (versante SE):
Camerelle, Portellone del Diavolo, Scaffa del Marrano

Capo di Fiume (Picentino)

 


Il "Ninno" (Varco del Paradiso) e la testata alta del Vallone del Butto della Neve


La discesa dalla cima N durerà quasi quanto la salita,
perchè nel tratto medio del versante N dell'Accellica
è facile finire troppo a ovest, in canalini per cui è difficile
o impegnativo scendere (cordino necess.); traverso a E
verso il Vall.d. Neve e in +2h raggiungo il sent. 104.

Ri-innesto sul sentiero CAI 104

Vallone della Neve

 

Altra escursione al Vallone della Neve (22/7/2012)

 

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Foto e testo © Francesco Raffaele