Al Vallone dell'Inferno (territorio di Castello del Matese) si accede dalla strada tra Castello del Matese e S. Gregorio Matese (discesa con indicaz. Agriturismo Le Pastene), parcheggiando presso il fontanile "dei Monaci" della Valle Orsara (sentiero 142 / 14B che, a Valle Le Grassete, devia -presso una recente, già cadente segnaletica del PRM- sulla pista diretta a NE per addentrarsi nella parte più inforrata, un vero canyon, in cui il sentiero procede lungo il corso d'acqua senza possibilità di errore; disliv. +250m).
Il luogo, nonostante alcuni evidenti segni antropici (tubi di captazione) conserva ancora gran parte del suo fascino, e non deluderà neanche chi è abituato a ben più note gole appenniniche (Infernaccio, Orta, Celano, Melfa, Lacerno). Intanto sull'iniziale Valle Orsara non è raro scorgere l'Aquila Reale in volo! [Vedi i vari links alle altre mie gallerie fotografiche, cliccando sulla foto alla fine di questa pagina]. Nel Vallone dell'Inferno è possibile imbattersi in diverse specie animali (varietà di insetti che non deluderanno gli appassionati di macro-fotografia, di uccelli, come alcuni corvidi e rapaci notturni, anfibi come la salamandrina dagli occhiali (numerosissimi esemplari, nei periodi giusti), il rospo comune, la rana italiaca e, tra i rettili, la biscia dal collare e l'orbettino) e una buona varietà di specie vegetali (leccio, orniello, carpino, noce, cerro).
La Valle Orsara (toponimo ovviamente riferito alla presenza dell'Orso marsicano, che qui viveva sino ad inizio XIX° sec.; cf. C. Guacci, 1995; R. Di Lello, 1988) è circondata a Nord e Sud da resti di conventi e cappelle: "Proseguendo oltre la Solitudine, per un viale attraversante la boscaglia, s’incontra la cappella di S. Antonio. Dietro di
essa vi è una microscopica terrazza denominata Loggia di Pilato da cui si ammira la Valle dell’Inferno profondissima,
circondata da rocce di natura pliocenica. Essa divide il territorio di Piedimonte da quello di Castello d’Alife. In fondo viè una grotta, le cui rocce, sia per effetto della rifrazione della luce sia per effetto dello stillicidio delle acque, hanno una
tinta smeraldina. Inerpicandosi per il lato destro, e ascendendo sulle altre rocce che fiancheggiano dei precipizi, si
ammira il resto della grande valle che termina a S. Gregorio d’Alife. Nel bosco vi sono altre cappelle" (R. Marrocco, Memorie Storiche di Piedimonte d'Alife, 1926, p. 282).
[Per i resti cistercensi attorno alla V. Valle e a V. Orsara, quindi nel versante N e NW, in buona parte nel territorio di S. Gregorio M., cf. D. Loffreda, in: Rivista Storica del Sannio, n. 10 (IIIA Serie, anno V) 1997(?); per la Grangia cistercense e torre colombaia all'entrata di Valle Orsara, cf. anche P. Campanella, Castello del Matese. L'Appennino in Campania Felix. Guida Turistica, (s.d., ma 2012), p. 36-7; per l'Aquila Reale cf. M. Fraissinet, E. Esse, D. Mastronardi: L'Aquila Reale un'icona per il Matese, 2012].
Il toponimo Valle dell'Inferno, è generalmente riferito ad una leggendaria 'baraonda' verificatasi al tempo delle invasioni saracene, quando un'orda di questi barbari precipitò nella valle da un dirupo, durante un attacco (G. Bojano, Leggende del Matese, 2000, p. 39-40).
A inizio primavera il Vallone vero e proprio è percorso da un torrente, quindi lo si risale guadando e immergendosi con piedi (/gambe) in acqua, ma negli altri periodi sono facilmente raggiungibili le due "strette" della forra (la seconda detta Pintime Jonte, ovv. 'rocce congiunte') e la cascatella dell'Acqua Ricciuta. Nelle giornate piovose percorrere il Vallone può diventare rischioso, non tanto per possibili piene improvvise quanto (come per simili canyon) per la caduta di pietre e massi in molti punti sottostanti le alte e scoscese pareti (indossare sempre il casco). Dopo l'Acqua Ricciuta si incontrano alcuni saltini (F / PD-) di pochi metri, con alcuni (alpinisticamente) facili passaggi (I+/II+/II-) che consentono di raggiungere le pareti tra le quali si palesa l'ultima cascata (salto doppio, 10m quello basso e un po' meno quello alto), situata in linea d'aria a 3-400m a sud della loc. Masseria Reale. La forra è percorribile anche in discesa essendo molti dei salti a monte dell'Acqua Ricciuta provvisti di anelli per utilizzo di corda doppia. [FR] |