MONTE TERMINIO - PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI
Esplorativa alla cima centrale di "Cresta dell'Ogliara" (Q. 1553m SUD)
Campolaspierto (c. 1300m) - Croce (c. 1680m) - Tracciolino del Grottone - Cresta del Carpino - Testata Vallone del Carpino - Q. 1553m S (CTR) - Q. 1705 - Q. 1772 - Cima del Terminio (1806m)
- Ritorno per Cresta N-S (Anticima Sud Q.1792 - Q.1787) - Acqua del Cerchio - Campolaspierto.

(20 Aprile 2019)
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Breve canale per raggiungere la Croce da W.
Inaspettatamente ci sono ancora lingue di neve (a 1700m)
nei tratti boscosi del versante rivolto a occidente.

L'interessante versante E del Mt. Lieggio

Pizzo S. Michele

I Mai e Valle della Tornola

La Croce che dà su Campolaspierto

Ancora un po' prima di deviare a sin. sul tracciolino

Il Grottone o Grotta del Monte

Passaggio del Canale che scende verso WSW da q.1787

Passaggio del Canalone Grande

Verso la Cresta del Carpino

A sin. il contrafforte sommitale (Q. 1806m)

Q. 1705 della "Cresta dell'Ogliara"

Affaccio da Cresta del Carpino. Sullo sfondo Mt. Lieggio

SU E GIU' PER IL TERMINIO - Come nell'alimentazione, o nella vita, anche negli hobbies giova "variare". Lo facevo sin da ragazzo, con la musica, ed è così anche oggi con le Montagne. Però un certo "limite" mi viene spontaneo, nel senso che sento poca propensione per andare "alla scoperta" di nuovi gruppi montuosi fuori mano, se ancora non conosco a fondo quelli più a portata di mano (o di piede), anche se ci giro da un bel po' di anni. Quando la semplice uscita salutare e spensierata in Montagna non basta, perché sento il bisogno di avventura, spinto dalla curiosità verso l'ignoto, o da un "quid" di novità, che sia un nuovo avvicinamento, una vecchia traccia IGM che non ho mai fatto, un vallone che pare selvaggio, una cima isolata da raggiungere... piccoli "problemi" di ricerca esplorativa da risolvere... nel mio piccolo... se no che sfizio c'è!? In questi casi, assieme a certe aree del PNALM, i Monti Picentini (e i Lattari), sono tra i luoghi che più m'ispirano, quelli da dove più forte sento l'attrazione, non solo perché sono a me più prossimi, ma anche perché li sento più "miei".

Se l'Acellica è ritenuta, la "Regina", un po' cattiva, dei Monti Picentini, la cima forse più emblematica, "temuta" e direi anche "semplice" nella sua forma e orografia, diretta come un pezzo dei Black Sabbath piuttosto che dei Nirvana, simmetrica come una "macchia di Rorschach", essenziale come un dipinto impressionista... invece il Terminio, il "Re buono", è più accessibile e familiare, apparentemente più "commerciale", ma solo per alcuni aspetti e in alcune parti! Nel suo "anfiteatro occidentale" il Terminio è eterogeneo e intricato nella forma, come un concept di musica progressiva, o un'overture sinfonica: necessita di molti "ascolti" o passaggi per essere compreso... Il Terminio è decisamente paragonabile a un quadro di Escher, di quelli con le scale capovolte! Servono delle "prospettive impossibili" per capirlo fino in fondo.
Dal
Terminio mancavo dalle due uscite autunnali dell'anno scorso. Sentendo di aver QUASI esaurito l'esplorazione dell'ACELLICA (alcuni "angoli" me li sono conservati, in altri punti sono passato solo una volta e quindi non posso dire di conoscerli a fondo, ma un quadro abbastanza completo ormai ce l'ho) e avendo -anche grazie alla Celica- acquisito un po' di esperienza di montagna, è naturale che il mio raggio d'azione tenda di recente a spostarsi un po' più sul "Montagnone", e in particolare sul suo intricato versante ovest, serinese, un vero dedalo leccio e roccia!

Nella Cartina*
a lato si possono vedere le varie tracce esplorative (in alcuni casi vere vie alpinistiche medio-facili) che ho percorso con vari amici: come si vede c'è ancora un bel po' di canaloni e cime da percorrere e raggiungere (sicuramente non tutti/e alla mia portata) e la carta/zona è abbastanza povera a livello toponomastico. Il cuore del Terminio è attualmente poco frequentato (giusto qualche cacciatore, ogni tanto, in cerca degli ultimi uccelli o piccoli mammiferi da cancellare dalla faccia della Terra) e non c'è rimasta molta gente a cui poter chiedere i nomi dei canaloni secondari e delle "Quote" che vi svettano e che sicuramente un tempo dovevano avere un loro nome, essendo un tempo anche e soprattutto i prati sommitali della montagna frequentati dai pastori e cacciatori montellesi e volturaresi (nell'800 Montella perse tutto il territorio in des. idr. dell'Alta Valle del Sabato fin giù all'Ogliara, che venne acquistato da Serino). *[Sto preparando una carta più dettagliata e precisa, basata sulle CTR anno 2005, 1:5000].
Per una descrizione generale dei Monti Picentini, oltre alla Guida CAI/TCI di L. Ferranti, si possono ora leggere le pagine che ho scritto su "Passi di V°" di C. Iurisci, Ed. Il Lupo, 2018, pp. 360-361, 363-366, 368-369 (non accreditate per una dimenticanza dell'autore); una più approfondita descrizione orografica del Terminio e delle sue esplorazioni alpinistiche l'ho scritta in fondo a questa pagina: LINK 1/11/2015. Più di recente ho studiato i Bollettini Sezionali del CAI di Napoli (e non solo) ma, per il Terminio, c'è ben poco da aggiungere a quanto già scritto in quella pagina, basata sul lavoro di L. Ferranti (op. cit. 2010), da cui dipende anche la sintesi di storia alpinistica dei Picentini di C. Iurisci (op. cit. 2018, p. 362, che ha anche scritto -pp.366-368 - una più dettagliata relazione di "Madre Teresa di Calcutta / Gandhi", a oggi la via alpinistica più lunga aperta sul Terminio).

La notte prima guardo le carte per cercare un'alternativa all'itinerario esplorativo previsto: Massimo G., l'amico da Montella, è rimasto bloccato fuori per lavoro, quindi mi pare giusto rimandare ad altra data la ricerca (dal basso) progettata anche con lui. Massimo Mingarelli c'è, e gli propongo di rifare il tracciolino del Grottone (salendo alla Croce da Campolaspierto) per poi aggirare a N la q. 1705 e discendere sul successivo bastione (immediatamente a W di q. 1705), quindi il contrafforte centrale della cosiddetta "Cresta dell'Ogliara"**, che divide il Canalone dell'Ogliara a N, da quello del Carpino a S. **[Così anche in Ferranti 2010, p. 255, dal toponimo "Ogliana" (!) lì segnato sulle IGM 1:25000... carte dove tra l'altro compare in quel settore anche un' "Acqua del Circhio" che in realtà è localizzata c. 1Km più a Sud].
Come s'intuisce dall'esame della carta IGM 1:25000 (ma in questo caso è molto meglio usare la Carta Tecnica Regionale 1:5.000, l'ortofoto satellitare o Google Earth) questa dorsale divisoria non è una cresta relativamente continua (come quella "del Carpino") bensì una serie di 3 avancorpi sfalsati e più o meno separati, allineati E-W. Il più alto e orientale è q. 1705 IGM (accessibile dalla selletta che lo separa dal pratone sotto q. 1772). Il più occidentale è q. 1467 IGM, che più a W digrada sul Vallone del Balordo. Al centro, tra queste due, vi sono due elevazioni, entrambe quotate 1553.0m sulla carta tecnica 1:5000 (CTR, anno 2004-2005). NB1: Le suddette Q. 1467 e 1553N sono, in questo settore, le uniche ad essere riportate anche sulle IGM 1:50.000. NB2: sulla carta IGM 1:25000 è riportata solo la q. 1553 Nord, mentre lo spuntone Sud da noi raggiunto, quello che ha un marcato spigolo S che precipita per 150m nel Canalone del Carpino, NON è quotato e non si evidenzia neanche più di tanto in carta (infatti nella descrizione nella Guida CAI/TCI di L. Ferranti, 2010, p. 255, si citano per la "Cresta dell'Ogliara" solo le q. 1705 e 1467). NB3: Anche la resa della carta al 5000 non è eccelsa, e in alcuni casi "dipende" dalla IGM25 (stesso errore di posizionamento del fosso del Carpino, localizzato una cinquantina di metri più a N del reale... Trama della lumeggiatura orografica resa in modo confuso che dà problemi di leggibilità delle isoipse, e possibili errori nel delineamento di queste ultime). NB4: La q. 1553 NORD è segnata sulla CTR più a W di quella delle IGM. NB5: va notato infine che la 1553 S, quella da noi raggiunta, pare essere in realtà diversi metri più alta (sul posto ho dimenticato di leggere il mio altimetro, ma c. 1573m con il GPS di Massimo, che in vetta a q. 1806 segnava c. 1810m); quindi saremo sui 1565-1570m. Cf. la Carta in A. De Meo, 2010, benché le cifre della quota in oggetto non siano leggibilissime, ma forse "1570,5"?).

Per aggirare a N la q. 1705, dalla selletta ci siamo portati nel bosco, restando alti (in sin. idr. del Can. Ogliara). Avendo trovato neve sul tracciolino del Grottone, esposto a W, non potevamo non trovarla in questo punto esposto a N. Qui con la sola piccozza non ci sentiamo sicurissimi (ghiaccio a volte duretto) e quindi io e Massimo ci dividiamo i ramponi che io ho portato (grazie ancora, Francesca O.!), calzandone uno ciascuno. Giunti sotto la parete W di q. 1705, togliamo i ramponi, ma non la picca (che infatti mi è utile per frenare una scivolata sull'infida falasca, erba che, da asciutta, è scivolosa come o più del fogliame bagnato) e scendiamo a SSW verso la "q. 1553 Sud". Si passa sia tenendosi nel canale o più a des. sul crinale boscoso. In basso c'è un forcellino (misto, II a des.) che dà accesso alla rampa erbosa sul cui apice sud è la panoramica cima di Q.1553 S (dalla selletta a N di q.1705): c. 30 min., diff. F-, II.
Anche la gemella a N pare abbordabile con facili passaggi alpinistici non eccessivamente esposti. Sicuramente mète di prossime uscite... Ma qui sul Terminio ce ne sono tante altre di vette e crinali da toccare, valloni e canali da esplorare, più efficacemente ed "eticamente" raggiungibili dal basso.
[Francesco Raffaele, 29/4/2019]



A sin. la "Cresta dell'Ogliara" (Q. 1553 Sud e q. 1705; saliremo su entrambe) e la testata del Vallone del Carpino, dalla "Cresta del Carpino". In alto q. 1772 e la Cima, q. 1806 ("Punta Comino" in M. Giardina 1982 e in L. Ferranti 2010)



Affaccio verso ovest sul Vallone del Carpino, dall'omonima cresta

Tratto finale del tracciolino del Grottone



Proseguiamo traversando la testata del Vallone del Carpino, verso la selletta tra q.1772 (a des. fuori foto) e q.1705 (al centro)



Montevergine

Falesia sotto q.1772, con camino della via Gogna-Savonitto

La nostra mèta: q.1553 (CTR)



Parete W di q. 1705



Q. 1705 (IGM) dal terrazzino di q. 1553 (CTR). Dietro lo spigolo, al centro, la cima del Terminio, 1806m


150m più in basso, il profondo fosso del Vallone del Carpino




Risalgo prima io, per fare qualche scatto panoramico a Massimo



Massimo sulla q. 1553m CTR





Dallo sgrottamento sotto la parete W di q. 1705



Sguardo verso W da q. 1705 (Clicca per vedere la foto in B/N con individuazione di cime, quote e toponimi)




Falesia sotto q. 1772, alla testata del Vallone del Carpino. Sullo sfondo a sin. la Croce dell'Anticima N (q. 1783m) e al centro la Cima vera e propria (1806m)


 




A sin. e sopra, alcuni escursionisti presso q.1772



I Monti Picentini sud-occidentali (Clicca per vedere il panorama a colori e con l'individuazione delle cime e valichi principali dall'Acellica ai monti di Solofra)





Quel che resta del povero vecchio faggio di Campolaspierto

La nuova cimetta raggiunta oggi

Panorama dal tornante della SS574 del Terminio


Dal cavalcavia della SS574 che sovrapassa il Vallone Matrunolo (indicaz. delllo sgrottamento da cui sono scattate le due foto a metà pagina)




Clicca per i Links alle altre escursioni ed esplorazioni del Terminio (in fondo alla pagina)

Qui (in calce) cenni su Orografia /Alpinismo Terminio

 

Foto di Francesco Raffaele
[Con bridge Lumix FZ1000]

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