
Togliamo i ramponi: altri 15 min. e saremo al Rifugio
Belvedere d. Liscia, appena in tempo prima che cali il buio.
In fondo la Sella di Valle Jancino e a des. la Cocciagrande |
In un inverno purtroppo da record negativo, quanto a precipitazioni e temperature, decido di fare l'anello completo sul Balzo della Chiesa da N, con partenza da Civitella A. e avvicinamento dalla Camosciara. La propongo agli amici romani che accettano.
Ricordo quando da piccolo, negli anni '80, salivo dalla Camosciara al Rif. Belvedere della Liscia con i genitori, d'estate: spesso c'era ancora neve a giugno-luglio, e il punto in cui la traccia del sentiero (G6) supera lateralmente il saltone della Cascata delle Ninfe era sempre un po' da brividi: in quegli anni, su quella sottile lingua di neve nel bosco, scivolò giù e perse la vita una bambina che era salita con una colonia di suore... Questa disgrazia mi è rimasta impressa nella mente da allora.
Le due vie che raggiungono i varchi ai due lati del Balzo della Chiesa sono vecchie quasi-classiche, percorse annualmente in passato da piccoli gruppi (vd. bollettini dei CAI di Roma, Napoli etc) fino ai primi anni '70, quando l'istituzione e la formalizzazione della Riserva Integrale voluta da F. Tassi, le ha messe definitivamente al bando.
Devo precisare che la stagione invernale è poco più che "un'attenuante" alla fattibilità di questo giro: percorrere qualsiasi fuori-sentiero nel PNALM è sempre vietato, quindi qui si è comunque in contravvenzione, a meno che non si chiedano i permessi.
Le due vie sono brevemente descritte nelle due edizioni della GMI di Landi Vittorj (rispett. 157a e 156a nell'ediz. 1989) e sono per escursionisti esperti. Più intuitivo e meno obbligato l'accesso al "Canalino" (che conduce alla "Sella Tre Mortari"), tecnicamente facile (d'inverno F+/PD- , II), mentre la discesa nel vallone sotto al Mt. Capraro e alle pareti/canali di Passo Cavuto non richiede l'uso delle mani ma necessita di maggiore senso dell'orientamento e della conoscernza di alcuni riferimenti: è sconsigliabile farla se non si è presa confidenza con un paio di "passaggi obbligati" per rientrare al Rifugio della Liscia. Nonostante dei radi, vecchi bolli / triangoli rossi, si rischia di trovarsi tra valloni dirupati e sui relativi, alti salti. Da notare poi che in altre stagioni il buio arriva più tardi, ma la copertura arborea rende più difficile l'individuazione della via del rientro verso il Rifugio. Altra nota: la faticosa salita dalla Sella Tre Mortari sul più alto e orientale dei Tre Mortari (q. 1978), cima difesa da una breve ma molto fitta barriera di alti pini mughi. Era l'unico dei 3 (in realtà poi sono 4) su cui non ero ancora salito e ci ha portato via c. 35 min in tutto! Spossante come sempre, poi, anche il passaggio tra i mughi fino all'anticima W del Balzo della Chiesa, dopodiché i "pinastri" sono un po' più radi e ci sono dei corridoi praticati decenni fa con il seghetto dai forestali. F.R.
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Orione, Pleiadi, satelliti artificiali ... |