MONTE ACELLICA
Vallone Vene Rosse, Sorgente Vene Rosse, Costa Trellicine. estr. destra idrografica del Vallone Butto del Laurenziello...
(Partenza da q. 340 m ca. Valle Vesa, parzialm. su sent. CAI 106A per Capo di Fiume. Ritorno per cresta/sent. 190, Varco dell'Arena, S.I.)

(1 Giugno 2022)

 




Sopra: V. Vene Rosse - A des.: Butto del Laurenziello ->



Zoommata verso il lontano Varco del Paradiso, Ninno e Acellica Sud (Pettinessa), che sovrastano il Vallone del Butto della Neve




Butto del Laurenziello



Grottino con ventara e agrifoglio



Testata Vallone Vene Rosse



  







Passo quasi obbligato (passai da qui anche nel 2017)



 






Ultime luci sulle Ripe del Salvatore





Mercoledì, 1 giugno 2022: l'arrivo della primavera ravviva la fiamma delle uscite esplorative in montagna. Da tempo meditavo di tornare nel Vallone Vene Rosse, che scende proprio al centro del crinale principale dell'Acellica, sul versante giffonese (sud). Pochi giorni prima i montellesi guidati dall'amcio Massimo Gramaglia, hanno risalito il vallone, passando per zone che io non ho visto. Ma, poiché non mi piace andare "guidato", non ho approfondito la cosa, decidendo di lanciarmi cercando la via da me, senza nemmeno rivedermi foto e relazione della mia discesa del 18/5/2014 (vd. sopra), quandoi salii per i pendii di Costa della Melaina (o Melogna?) e, dopo un tratto di cresta verso E, discesi sulla base della scarna ma efficace descrizione di L. Ferranti (App. Merid., 2010, it. 88d), dal Varco del Pruvusiere o del Petruzziello* sotto i Torrioni di Vene Rosse, verso SW, fino a entrare nell'alveo principale del V. Vene Rosse, poco a monte della sorgente. * [è sub judice la collocazione precisa di questo Varco: a E di q. 1454 (come in L. Ferranti) o invece alla testata del V. Vene Rosse, come da scritte poste dal CAI SA (S. Giannattasio) - (cfr. Varco di Petruzzo in M. Gramaglia, 2016, p. 111) C. Arena mi parlò del tratto oiccid. della cresta dell'Acellica come "Cresta del Pruvusiere", e pare che il nome di questo fungo sia alternativo a Petruzziello (diminutivo di "Pietro").].
Appena uscito dalla strettoia di Vassi noto un segnale di "Lavori in corso" per il tratto di stradina che conduce alla Caserma Forestale dei Piani di Giffoni. E infatti, appena scavalcato il ponticllo sul Picentino, la strada è interrotta. Mi tocca procedere dritto per Cucchiaduro - Valle Vesa, ma lì la strada si fa sterrata e lascio l'auto poco a monte della centrale idroel., a ca. 340 m di quota. M'incammino [ore 12:44] seguendo per un po' la pista sterrata, ma alla confluenza di un valloncello da des./NE (quello che costeggia a sud lo sperone meridionale dei Piani) prendo una pista sterrata a sin. e guado il Picentino, seguendone per un po' il corso (grottina formata da enormi massi caduti) per poi risalire sul ripido fino alla "passerella" del sent. dell'Acquedotto (106A), che già percorsi come avvicinamento alla mia prima risalita per la Rasula delle Murelle (12-13/8/2013). Lascio a sin. la deviazione del sent. CAI e prosegui fino alla diga-ponticello dell'Acquedotto IREN, ma evito di risalire per la via di servizio, continuando invece a sin. (NNE) del ponticello. Passo sotto una parete con piccolo grottino concrezionato (Serra Figlilito), quindi di nuovo sul sent. CAI 106A in direzione di Capo di Fiume. Più a monte (620 m ca.), superate radure con vista verso il Varco del Paradiso e un guado, mi immetto sul sent. 106/S.I. che risale la pendice meridionale della Celica. Dopo il felceto e muretto a secco (pr. q. 641 m IGM) risalgo fino alle 2 cascatelle che si fronteggiano, parte bassa del ramo principale (centrale) del Vallone Vene Rosse. Aggiro a des. (E) le cascate e giungo più su a una biforcazione (ossia confluenza) con un ramo laterale da NE.Qui, q. 810 m ca., c'è un sentiero che traversa E-W seguendo le pendici. Continuo a risalire fino alla sorgente Vene Rosse (è un po' più a monte di dovìè segnata sulle IGM, appena sotto i 900 m). A monte un piccolo anfiteatro da dove scesi nel 2014 e più su alcuni butti (uno lo discesi con corda). Quando cominciano le rocce (960 m ca.), vedo che sono già le 16:45: sono stato lentuccio (al di là del caldo, onestamente sopportabile, e delle pendenze, mi rendo conto che quasi mi riposo più di quanto mi muovo!). Salendo ancora trovo un grottino prorpio a des. di un salto roccioso: sto ora su una ramo laterale (E) e gli affacci sulla testata del Vallone principale non m'incoraggiano a traversare in un luogo tanto selvaggio a quest'ora. Nel grottino c'è spazio per un alberello (agrifoglio) e nella parete si apre una stretta "ventara". Risalgo un valloncello verso ENE e poi comincio a seguire lateralmente (ESE) le curve di livello, traversando il costolone mediano dell'Acellica (Costa Trelliccine, in Ferranti, 2010) per poi risalire veros N in direzione dei Torrioni Vene Rosse, che sbarrano l'uscita in cresta. Rispetto alle altre volta (quando ci arrivai scendendo dal Varco a NE e quando risalii con Marco d.R. e Polina P. sulla des. idr. del Laurenziello) stavolta tiro più dritto e, appena sottopassati i torrioni (qui traccia evidente di animali diretta a NE), dopo un enorme masso (che aggiro a sin./W) e bei valloncelli quasi pensili con enormi faggi, esco dalla vegetazione su placche e ripidi pendii erbosi (ho già da un po' messo mano alla piccozza). In alcuni punti i faggi allignano sulle rocce, con le radici che paiono fitte ragnatele. Dopo un aereo spuntone (1400 m ca.) a E del quale vedo il ramo sin./W del Laurenziello, da dove scesi la prima volta, rimonto finalmente in cresta, a W della q. 1454 m IGM. Di salire in cima non se ne parla, anche perché dovrò percorrere parte del crinale W al buio. Inizia quindi la cavalcata di cresta: tra la Punta vene Rosse (1398 m) e lo sperone 1303 m il sole tramonta: ho percorso varie volte (in salita e in discesa) il tratto W dela Cresta che è segnato come CAI 190 (Sentiero del Paradiso) ma non ricordo se l'ho mai disceso al buio. In ogni caso senza segnaletica e (GPS!) forse mi sarei cercato un posto dove dormire, dal momento che al buio diventa più facile confondere la traccia (non si può parlare di sentiero) con tracce di animali che scendono nei valloni a sud e nord del crinale. Giungo al Varco della Rena / Pistone e m'immetto sul Sentiero Italia (CAI 106) alle 22:00, più tardi faccio una grande bevuta alla Fonte Mafrone e, risalito il passo di Sella Colle Ferro, scendo a chidere l'anello. A Capo di Fiume prendo una bretella (staccionate) che poi s'innesta sulla sterrata che scende dai Piani per il Vall. Falconara. Seguendo per un altro paio di Km la sterrata giungo infine all'auto [24:04]. [TOT: 17 Km, 1300 m disliv., 11h e 20 min.].


'A CELECA
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Foto e testo di Francesco Raffaele

H O M E