MAJELLA: CIMA DELLE MURELLE (2596m)
Da Piano Massaro per Colle Bandiera, Grotta Callarelli e traccia bassa (sin. idr.) di Val Forcone.
Ritorno per la cresta est, Carozza, Rifugio Ugni II, Vallone d'Ugni o Fosso la Valle di Palombaro.
(12 giugno 2022)
.



Grottone sotto il Colle delle Grotte, prima di Fonte Viola. Di fronte le propaggini (nord) orientali del Pizzone e un fondo il versante est del Monte Acquaviva


CIMA DELLE MURELLE da Piano Massaro/ Vecchia Masseria (Capo le Macchie, Fara S. Martino), salendo a Colle Bandiera, Grotta Callarelli e la "traccia bassa" della Val Forcone (sinistra idrografica)
Un'escursione di quelle che si ricordano, con panorami sempre vari e caratterizzati da quella "grandiosità" e senso d'isolamento che, in Appennino, solo Gran Sasso e Sibillini possono eguagliare!
Giornata abbastanza calda, ma con un venticello che attenuava la percezione della calura di questa caldissima primavera con temperature record.
Siamo in 3: Massimo M., Francesca O. e io; arrivati ai Callarelli cambio di programma (dovevamo risalire Valle Acquaviva fino alla seconda cima della Maiella); ma decidiamo di risalire Val Forcone alla volta di Cima delle Murelle.
La Val Forcone si sviluppa tra le Pareti N del M. Acquaviva e il versante S di Cima delle Murelle - Carozza - M. Forcone - Cima Raparo (questi ultimi hanno designazioni probabilmente errate sulle carte IGM: corrispondono invece rispettivam. alle q. 2259 e 2240/2200m), quindi l'alveo scende dai 2400m ca. (il tratto più a monte, sotto le cime q. 2727 e 2737 dell'Acquaviva, è denominato Valle Sgreje / Sgrete = v. delle schegge) fino a q. 1553 IGM (1559m CTR), ossia nei pressi della Grotta Callarelli, dove confluisce da destra anche la Valle Acquaviva, dando così origine alla Val Serviera, paradiso dei forristi assieme alla sua prosecuzione Valle del Fossato.
Il toponimo "Forcone" (-i) compare più di 100 volte sulle IGM serie 25v, quindi a livello di microtoponimo ci si può aspettare che la voce designi migliaia di luoghi in Italia: derivando da lat. "furca" (Meyer-Lübke, REW 3593) non è sempre applicato, in senso geomorfico, a delle valli, ma anche a monti e picchi (riferito ai denti del forcone, quindi "cima bicipite"; cf. A. Sciarretta, Toponomastica della Maiella orientale, 1997, p. 48: il "Forcone" sarebbe la sella tra q. 2259 e q. 2240 m IGM). Nel PNALM, c'è Valle Forcone e M. Forcone (2228m, a est del M. Marsicano, sul confine Opi, Civitella A.).
Seppur sia più probabile che la Cima Forcone (che, ripeto, dovrebbe corrispondere a quella che in genere viene denominata Cima Martellese, q. 2259 IGM; cfr. anche l'ubicazione della pastorale Grotta del Forcone) abbia preso nome dalla valle, non è possibile stabilirlo con certezza assoluta: le valli sono storicamente/economicamente più importanti per l'uomo delle cime, ma queste sono visibili da maggior distanza...
Avevo già risalito, con Mimmo I., la "traccia alta" sulla sin. idr. della Val Forcone (vedi qui: 21/10/2020), riportata in buona parte anche sulle carteIGM 25v ma, come alternativa all'Acquaviva, Francesca tira fuori un'idea migliore della traccia alta: ha infatti già percorso un paio di volte, anni fa, la traccia bassa di Val Forcone, che è (approssimativamente) riportata anche su alcune edizioni delle IGM25. Si tratta forse della via usata dagli operai per le captazioni dell'acquedotto (il ramo principale dell'acquedotto è in Valle Acquaviva). A monte dei Callarelli (sempre in sin. idr.), dopo 15 min., le due suddette tracce di Val Forcone si dividono, presso un ometto di pietre, a ca. 1655 m., dove quella bassa resta a poche decine di metri dal fondo del fosso, mentre quella superiore sale via via più decisamente.
Una succinta descrizione di questo "sentierino" (ormai in lunghi tratti è più una flebile traccia) fino a sotto la Carozza, è nel libro di G. Di Federico, Parco Nazionale della Maiella. Itinerari scelti, 1994, pp. 88-89 (itinerario 18).
Vedere anche le informazioni nella relazione della discesa scialpinistica integrale della Val Forcone in: C. Iurisci., F. De Angelis, R. Le Donne, Skialp tra Majella e Parco Nazionale d'Abruzzo..., 2021, pp. 152-153 (itiner. 28).
Per completezza va detto che anche l'assai più tormantata e severa destra idrografica della Val Forcone (versanti NE e N del M. Acquaviva, con vari canali d'interesse invernale) pare rigata da almeno 2 tracce, una bassa (spesso visibile dall'altro versante) e un'altra assai più in quota (C. Landi Vittorj, Appennino Centrale, 1989, it. 102b; quest'ultima presente anche su alcune carte escursionistiche come quella 1:50.000 del CAI di Chieti, 1980, dov'è tracciata come diramazione verso NW dalla traccia in Valle Acquaviva, a partire da q. 1900m ca.).
Tornando alla "nostra", più a monte si porta sotto i versanti sud della Cima delle Murelle, la parte finale è su compatta lingua di neve che scende dalla "testata" (in realtà prosegue a W in Valle Sgrej) da dove puntiamo dritti a nord per andare a intercettare un tratto della cresta SW delle Murelle (pr. q. 2588 IGM, poco a est di dove si stacca il "Gran Diedro"), seguendo poi i segni fino in cima (2596 m).

"Cima delle Murelle" deve probabilmente il suo nome alle paretine che cingono il suo "Anfiteatro" (-alto, sul versante nord della cresta sud-ovest della montagna, noto anche come Piano dei Cuoppi/ Chioppi). Ma non è detto che si tratti, come parrebbe più ovvio, di un'alterazione della voce "muro" (o mura), usata in senso geomorfico (v. E. Giammarco, TAM, p. 260: C. d. Murelle; p. 113: C.d. Morelle!; cfr. anche Murello, CN, in: Diz. Topon. 2006; Murelle, Colognora Capannori, LU, in: G.B. Pellegrini, Toponomastica Italiana, 1990, p. 224). A. Sciarretta (1997) lo fa derivare da "morra, murra" (voce prelatina ? che dà orig. ad es. all'oronimo del Morrone) e ciò mi pare egualmente, se non più probabile, indipendentem. dalla geminazione nelle forme più antiche "Mor(r)elle, Mur(r)elle" (cf. mora, morra in E. Giammarco, LEA 1986, p. 350-1; DEI s.v.; A. Prati, VEI, p. 668; REW 5673a; S. Battaglia, GDLI vol. X, p. 868 e pp. 924-925; R. Peca Conti, in FS GB Pellegrini II, 1983, p. 827-830; De Vecchis, TTGD Molise, 1978, p. 69; G. Arena TTGD Basilicata, 1979, p. 110; S. Conti, TTGD Lazio, 1984, p. 205).
Inteso come sottogruppo della Majella, quello di C.d.M. è il settore più alpestre e selvaggio dell'intero massiccio: appartiene per buona parte al comune di Pennapiedimonte (CH) ma tutto il crinale (e la cima, 2596 m) è diviso con il comune di Fara S. Martino, a cui appartiene il "solo" versante sud, quello che dà sulla Val Forcone. A W della cima si apre l'Anfiteatro (glaciale) delle Murelle che confluisce, con "l'Imbuto" della Comba Nord, nella tetra "Parete Nord delle Murelle", che a sua volta prosegue con la Valle Vona / Bona fino alla Valle di Selvaromana. Al di là del "Paginone" (ampia rampa NNE), il versante Est (Piede da Murelle) va a costituire la sin. idrografica dell'incassata, remota e selvaggia Valle dell'Inferno (racchiusa a E dai versanti occid. di Monte d'Ugni). (V. C. Landi Vittorj, Appennino Centrale, 1989, pp. 192-196; C. Iurisci, Passi di V, 2018, pp. 284 seg.).

Impiegate 7 ore (soste incluse), ma riducendo le pause e se più in forma (com'erano i miei due amici, che ho un po' rallentato nel tratto iniziale) si fa anche in circa 6 ore. Per il ritorno siamo scesi per la cresta E (verso la fine ho incontrato la mia prima Vipera dell'Orsini !) alla Carozza, da qui sentiero per il Rifugio Martellese/ Ugni II (q. 2049 o 2035 m) e quindi giù nella Valle di Palombaro o Vallone d'Ugni, attraverso lo Stretto e fino alla bocca (strada forestale e salita cementata), da dove il sentiero a destra (con cartelli) che transita sotto l'importante Grotta S. Angelo, ci ha riportati a Piano Massaro, presso la Vecchia Masseria (IGM) all'auto (a 730 m ca.).
[DATI dell'escursione: tot. 22 Km // 2130 m disliv. (alt. min.: 695 m ca. Coste Manganelle, alt. max.: 2596 m Cima delle Murelle) // 11h 45 min. (soste incluse)]



Loc. Callarelli, alla confluenza di Valle Acquaviva e Val Forcone (dove inizia la Val Serviera)





Verso la Grotta Callarelli






La scaletta (cfr. G. Di Federico, 1994, foto p. 88)

Presso il primo nevaio, sotto la scaletta (1777m)

Tratto franato (va aggirato poco più a monte)

Di nuovo sul tracciolino








Canali "Calaudia" e "Nevaio"

Verso la testata di Val Forcone, su neve duretta

Camoscio solitario in Valle Sgrej.
Sullo sfondo ometto sul M. Focalone (E)

Valle Sgreje (/ Sgrete = "schegge")
Sullo sfondo al centro Cima di Valle Sgreje o di Valle Ginepro
(la Q. 2727, anticima W di M. Acquaviva)




Sulla cresta SW di Cima delle Murelle



Cima del Cavone (Bivacco C. Fusco, pr. q. 2455m)





Dirupi occidentali del Monte d'Ugni, a picco sulla Valle dell'Inferno






Vipera dell'Orsini (Vipera ursinii)





Stazzi pensili di Valle Inferno, "Sperone Inferno" e "Dito del Diavolo", visti dai pressi della Carozza



Q. 2259 del Martellese (la vera "Cima Forcone" ?)



Stazzo del Martellese (Rifugio Ugni II, q. 2049 m IGM, 2039m CTR).
Al centro il Monte Acquaviva (2737m) e a destra la Cima delle Murelle (2596m) da dove proveniamo



Discesa nel Fosso la Valle o Vallone d'Ugni

Nei pressi di loc. Fontanella, nel Vallone d'Ugni

Versante N del Morgione (1780m) di Macirenelle

Il solito lieto fine!

Fotografie e testo di Francesco Raffaele
(2022)

H O M E