MAJELLA
Piano Massaro - Colle Bandiera - Grotta del Raparo - Passo della Formica - Cima Macirenelle (q. 2017-2014 m) - Vallocchia Chiappino - Ravagliosi - Fosso la Valle - Grotta S. Angelo
(19 giugno 2022)





Passo della Formica (di sotto?) visto da Fara
"SULLE ORME DEI PASTORI"...
Uno dei passaggi più interessanti del sentiero della Val Serviera è quello che, dopo Colle Bandiera, precede l'entrata/salita (decisa svolta a sin./ Sud) nel Macchione. Ho sempre notato quel canalone, che poi è la parte alta del Fosso della (C)Ramusciara (ramo che, giù in fondo, confluisce nella forra di Valle del Fossato a q. 796) con, in quota, il suo contorno di guglie e pareti, grotte e prati in forte pendenza. La prima volta mi si parò di fronte al ritorno da un lungo giro ad anello sotto al Pizzone (il sentiero della V. Serviera ce lo godemmo alla luce della luna), l'ultima volta è stato la settimana prima di questo giro. La risalita inizia su un ghiaione in uno "stretto", più su si apre ma resta ripida e certo mai monotona: i camosci, poi, non mancano, come tradisce lo zoonimo della parte inferiore del canale. Evito deviazioni (a sin. grottone) anche perché sono un po' incerto su come andrà questo giro, a causa di una forte storta presa alla partenza (sopra Piano Massaro, su ghiaioni sotto pareti in loc. Grotte Rosse; vengo da questa zona a monte/NW della loc. Vecchia Masseria IGM perché così al ritorno dalla Valle di Palombaro arriverò prima all'auto–).
Alla testata si para davanti una lunga grotta sotto parete (non sono sicuro che sia quella denominata "Grotta del Raparo") e seguendo verso sin. (W) le pareti c'è un bel tracciolino "ardito", con qualche tratto sistemato, che sfrutta una cengia in parete per svalicare più a ovest, sui pratoni e mughete sotto al Raparo.
Mi precede un camoscio e sulle sue tracce vado subito a dare un'occhiata (sta sotto i 1800 m). Una volta a casa sarà Massimo Zulli a darmi il nome del passaggio, di cui avevo già sentito parlare e letto (ma non ricordandone l'ubicazione precisa): è il "Passo della Formica". Trovo foto archiviate qualche anno fa (di Massimo e Mauro C.) e alcune citazioni del passo in escursionisti del CAI di Fara S.M. Non si tratta però di una designazione recente, perché i toponimi Lu Passo de la Fermiche de pide / - de cape (e le relative grotte ivi ubicate) sono riportati da Edoardo Micati (Grotte e incision idei Pastori della Majella, 2000, pp. 43-45); L. Bello (Le Pietre raccontano, 2017, p. 149) cita le due grotte posizionandole sul crinale tra "Cima Raparo e Cima Macirenelle" (IGM).
La traccia del vecchio sent. "Passo della Formica - Fonte Viola/ Callarelli" è riportata in A. De Menna, Sulle orme dei pastori palombaresi, 1983 (per cui ringrazio l'autore e V. Aquilante).
Nell'interessante contributo di E. Micati si riportano descrizioni di vecchi pastori e le due grotte dei due (?) "Passo della Fomica" sono descritte sul sentierino che parte dal Fosso La Valle di Palombaro (poco a monte de Lo Stretto, nella parte inferiore della Mmersa Grande) e, in destra idrografica, scollina nella zona del crinale NNE delle Macirenelle, tra la q. 1896 (vecchio punto trigonometrico) e la q. 1780 (Morgione). Si tratta della traccia che ho seguito per il ritorno, con radi (ma fin troppo evidenti !) bolli rossi (v. sotto). Le grotte devono quindi stare sul versante Nord, palombarese, del crinale Raparo - Macirenelle, anche per questioni amministrative, essendo la parte a sud nel territorio comunale di Fara S. Martino. Il crinale è coperto da fitta mugheta (nella traversata dal Martellese/Forcone a Macirenelle, ci si deve assicurare che la mugheta non abbia ripreso i suoi spazi, tra un taglio e l'altro, altrimenti i passaggi obbligati nei corridoi tra i mughi potrebbero non essere evidenti e condurre fuori traccia) ma comunque non ci sono tratti stretti o cenge che possano giustificare la denominazione di Passo della Formica. Quindi è possibile che vi fossero un paio di passi/ cenge simili presso la cresta, ma la conclusione più probabile è invece un'altra: il "Passo della Formica" sarebbe proprio quello che ho qui percorso, noto ai più assidui frequentatori e attenti conoscitori della montagna, e la sua caratteristica – seppur breve– traccia avrebbe dato nome all'intera zona della sella che lo sovrasta (150 m più in quota), ossia quella designata (erroneamente) come "Cima Raparo" sulle carte IGM e quotata 1960 m. Anche le grotte palombaresi sul versante opposto avrebbero preso nome dalla sella e gli attributi de cupe/ de pide non andrebbero perciò riferiti a due passi distinti ma a due grotte, l'una a monte dell'altra. Ovviamente queste sono deduzioni speculative e solo inchieste precise e/o ricerche approfondite su documenti e carte d'archivio potrebbero chiarire definitivamente la cosa.
Faccio notare che poco a W dell'evidente sella tra Raparo e Macirenelle di q. 1960 m IGM, c'è il trifinio (punto di confine tra tre territori comunali) Fara, Palombaro, Pennapiedimonte: è possibile che nelle documentazioni di atti demaniali o di liti per confini o per il possesso di territori, grotte etc, fossero nominati questi microtoponimi minori. I confini seguono spesso crinali montuosi principali e fossi secondari (raramente le valli principali sono divise in due territorialmente nel senso della lunghezza) e i punti dov'essi piegano decisamente, non di rado corrispondono a zone con emergenze naturalistiche o antropiche particolari (massi, spuntoni, alberi secolari, sorgenti, grotte etc; ad es. in sin. idr. del Fosso la Valle, il confine Pennapiedimonte - Palombaro piega in un punto posto poco sopra l'Arco naturale della Grotta del Cavuto). Da notare ancora che su alcune vecchie edizioni delle carte IGM detto confine scende più a Est, in corrispondenza della q. 2014 di Cima Macirenelle, nella sottostante valle (localm. Vallocchia Chiappino ? cfr. A. Sciarretta, 1997, p. 51) e segue un diverso tracciato (errore IGM o ridefinizione dei confini?).

Dopo essermi affacciato sull'altro lato del "Passaggio" (non troppo esposto in condiz. estiva perché largo), resistendo al pensiero di risalire da lì verso il Raparo (dir. NNW) driblando le barriere di mugo dove parrebbero consentire l'arrivo in cresta (sul lato più prossimo, a E ? In ogni caso, come detto sopra, la traccia originale da qui scendeva ai Callarelli - Fonte Viola), torno sul passo discendendolo, rasento il grottone alla testata della ripida vallocchia risalita (Grotta del [C]Raparo ?, ove rinuncio a entrare perché ci sono camosci, alcuni già allontanatisi ma altri ancora dentro, all'ombra del lungo scavernameto che ha solo un breve muretto sulla destra) e salgo su una ripida rampa fino al passaggio per la salita su Cima Macirenelle. L'ultima volta, con Mimmo Ippolito, ero passato in traversata di cresta (salendo sulla traccia alta di Val Forcone: Vd. escurs. 21 ottobre 2020) però toccando solo la q. 2014 m (CTR), che sta 125 m (in linea d'aria) a SW della più alta q. 2017 m (quote da CTR Abruzzo, 2001, scala 1:5000). E' quest'ultima la cima che, provenendo da E, raggiungo per prima; ma poi mi intestardisco a percorrere "via mughi" il crinale in direzione dell'altra cima, e impiegherò più di 20 minuti di estenuante lotta...
Ripreso il sentiero normale, scendo oltre la quota trigonometrica (1896 m, cartello del Parco "Cima Macirenelle") fino a ca. 1830 m (a monte del punto dove la traccia principale segnata piega verso des./ Sud in direzione di Macchia Rellata e Colle Bandiera, cosa che avviene nei pressi della q. 1780 del Morgione) dove un ometto ben inguacchiato di rosso indica l'inizio della traccia per "Ravagliosi" e il fondo del Fosso la Valle. Stupendo sentierino, di cui lessi anni fa su una relazione di L. Spadaccini (CAI Lanciano), pagine/files da tempo rimossi dal sito assieme a quelle di altri itinerari poco noti/ frequentati. Percorso da rifare semmai abbinandolo a quello del versante opposto che passa per l'Arco naturale (cfr. qui: 19 dicembre 2018).
Una volta disceso (per Ravagliosi, che le IGM posizionano erroneam. di fronte, più a N) in fondo alla Valle di Palombaro (Mmersa grande, nei pressi del confine con Pennapiedimonte e del punto più occidentale del territorio di Palombaro) mi dirigo verso lo Stretto e giù lungo tutto il resto del Fosso la Valle, all' "uscita" del quale (sulla sterrata forestale a Pianetta lu vaveze provele) prendo subito il sentiero a des. facendo veloce digressione alla Grotta S. Angelo, benché vi fossi già stato anni fa: merita!
[Dati escursione in solitaria, anello da Piano Massaro a Cima Macirenelle per canale del Passo della Formica, rit. per Vallocchia Chiappino / Ravagliosi / Fosso la Valle: Tot. 15,3 Km, 1500 m disliv., 10 h]



Poiana e Nibbio reale


  

Camosci, madre e figlio




Grotta del Raparo (?)






Passo della Formica (di sotto?) - Passe de la Fermiche de pide (?)

   
   


 

 




Cima Macirenelle o Cima Fontanielli (Q. 2017m). In secondo piano il crinale Raparo - Forcone - Martellese e sullo sfondo l'Acquaviva e Cima delle Murelle



Q. 2014, poco più a W e senza mughi

M. Acquaviva e Cima delle Murelle




Rifugio Ugni, Piana dei Fontanielli

L'altro versante (Fosso la Valle di Palombaro)




Grotta del Cavuto (Arco naturale) sul lato opposto d. Valle










Versanti Nord del (C)Raparo da Vallocchia Chiappino (lì sopra dovrebbero essere le due Grotte del "Passo della Formica")



Il tratto appena percorso

Mmersa grande


 


Lo Stretto (Fosso la Valle)

Sorgente Fontanelle (Fosso la Valle)




Grotta Sant'Angelo (Palombaro)




 

Fotografie e testo di Francesco Raffaele

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