|

CIMA DELLA STRETTA dalla LISCIA DEL MONACO o LISCIA DEI MONACI - In forma sostantivata "liscia" (passato al latino attraverso il germanico: Meyer-Lübke, 1935, n. 5081) è usato nella microtoponomastica abruzzese per indicare una lastra o piastrone di pietra, un'ampia roccia levigata (cfr. E. Giammarco, TAM, 1990, C. Marcato, Diz.Top. Ita. 1990/2007, s.v. Liscia, CH, e D. Boccia, Topon. Opi, 2016, Id., Topon. A.V. Sangro, 2017: Macchia della Liscia, Opi, Sorgente della Liscia, Belvedere -, a Civitella A.) e i luoghi dove questo tipo di formazioni abbondano (v. anche in diz. di Giustiniani e Amati).
Sulle tavolette dell'IGM sono decine i (micro-)toponimi Liscia (e Lisce) registrati sul suolo italiano.
Nella sola Valle di Fara S. Martino, nel tratto iniziale (V. S. Spirito) ci sono almeno 5 microtop. con "liscia" (v. A. Sciarretta, 1997), in sin. idrogr.: Liscia del Monaco (o Liscia dei Monaci in E. Micati, 1990) è tra la chiesetta della Madonna dell'Uliveto e lo Stretto che dà accesso alla Valle (e ai ruderi del Monastero di S. Martino in Valle), mentre più avanti, a ca. q. 690 m, Piana della Liscia, Costa della Liscia e La Liscia (sin. idr.); assai a monte di quest'ultima, le Lisce d'Asino (o d'Asina), ove passa un tracciolino (1100 m ca, sotto Cima della Stretta) che più avanti lambisce la Grotta e la Fonte del Peschio (vd. mie escurs. 25/9/2021 e 25/8/2022).
Malgrado le onnipresenti tracce del mondo e della cultura pastorale che ormai si fanno sempre più flebili, la presenza della piccola abbazia di S. Martino (a lungo rimasta quasi interamente sepolta dai detriti accumulati dopo le piene) è "responsabile" di un certo numero di agionimi e toponimi di tradizione cristiana: Coste di S. Pietro (poco a E della Liscia del Monaco, su alcune ediz. delle IGM25v), Grotta di S. Spirito ("eremo" dell'abbazia, sito a sin. sopra Bocca dei Valloni) e Sala del Monaco (parte alta e finale del tratto della valle denominato Macchia Lunga, sotto la Grotta dei Diavoli). In "Cima dell'Altare" (2542 m) "altare" è un geonimo e nel suo dirimpettaio M. S. Angelo (2669 - 2662 m) questo nome cartografico collegabile all'Angelo S. Michele non pare avere corrispettivo nella tradiz. locale (C. Landi Vittorj, in App. Centr., GMI 1989, 174, nel precisare che M. S. Angelo era già noto come "Punta Innominata", riferisce che esso ha diversi nomi locali, oronimi che però lui non cita, cosa che invece fa A. Sciarretta, op. cit. 57: "Cima di Macchiaverde o Cima di Valle Cannella").
E' chiaro che questi toponimi serbano il ricordo della frequentazione di questi luoghi da parte dei frati che un tempo vi erborizzavano o cacciavano, semmai fianco a fianco con pastori, carbonai, nevaiuoli, boscaioli e cacciatori, ed è probabile che di alcuni di questi luoghi (e delle grotte-riparo) restino menzioni anche in atti e carte di archivio relative a liti tra pastori, proprietari, in atti demaniali e planimetrie catastali (cf. E. Micati, 1990 e 2000).
IL PERCORSO - La traccia di salita presenta tratti ripidi e anche una certa esposizione, ma su placche e passi facili (mai oltre il II; diff. EE/F-), è brevemente descritta nella citata GMI (1989, p. 199) e grossolanamente tracciata su IGM 25 (ricalcata anche da una Carta escurs. della Majella del Cai di Chieti, 1:25.000, con numeraz. 34 / 34A; precedentem, la Carta escurs. CAI CH 1:50.000, 1980, dava nella seconda parte un tracciato più a W e il numero di sent era 35A). Viene percorsa assai di rado dagli escursionisti e vi sono degli ometti (nel caso li si perda, dal basso non è difficile riuscire comunque a raggiungere le boscose anticime E e poi il crinale e la Cima della Stretta: ma se ciò avviene in discesa, la parte bassa può riservare brutte sorprese; ogni tanto il soccorso alpino effettua recuperi di persone bloccate sulla Liscia del Monaco perché incapaci di proseguire o perché hanno pensato –male– di percorrere la traccia in discesa, cosa sconsigliabile, soprattutto sul bagnato o nel caso che nebbia, imperizia o il caso portino a far perdere la traccia, che è in basso ancor meno evidente degli stessi ometti!).
Nella parte iniziale, fuorviato proprio dalla vecchia Carta (ma basata sulla tav. IGM
1:25000) mi ero portato su quella che è una via di arrampicata (Gasteropodi, di Iurisci e Iubatti, 2006) facile ma da farsi con la corda, salvo poi tornarmene indietro a 2 passi di III e IV esposti (dove c'è spit, poco prima della fine del terzo tiro: v. C. Iurisci, Passi di V°, 2018, p. 300). L'accesso della traccia della LISCIA DEL MONACO (ometti) è almeno 150 m oltre la minuscola chiesetta-cappellina di Mad. dell'Uliveto. Purtroppo una volta in cresta le nuvole prendono il sopravvento privandomi dello spettacolare panorama verso N, eccetto per brevi aperture. Durante la discesa a Bocca dei Valloni pioverà anche, il che provocherà poi qualche piccola scarica di pietre in alcuni punti del fondovalle, che percorrerò al buio (mi ero avviato tardi: inizio che è quasi mezzogiorno e, dopo l'oretta su placche, attacco la vera traccia alle 12:50). Ci vogliono 2h 30 min - 3 h per arrivare dal fondovalle a Cima della Stretta, dopo di ché si segue più facilmente il panoramico crinale. [Tot. 12, 5 Km, 1250 m disliv., 8 h e 30 min]
ADD - Per un'altra salita (forse quella principale) per le Lisce dei Monaci vedi qui: 5/11/2025. |

Altre tracce già percorse
|
 |
 |
 |
| |
Breve (neanche tanto) "digressione" sui primi 3 tiri (2 e mezzo) della "Via dei Gasteropodi" (Iurisci, Iubatti 2006) |
 |
 |
 |
 |

Liscia del Monaco


 |
 |
 |

Sperone sopra Capo le Macchie (Fara).
Se non ho frainteso sarebbe quello che
a Palombaro chiamano La Lucertola
(info pers. Vincenzo Aquilante) |
 |
 |


Qui ci sono salito il 19/6/22 (ma non entrai nella grotta perché c'erano dei camosci)

Pini neri di Cima dela Stretta (più giù è stato studiato un esemplare di 900 anni di età), con affacci vertiginosi sulla Valle del Fossato (qui già Val Serviera)
 |
 |

Cima della Stretta (1497 m) |



Val Serviera

Valle Acquaviva, M. Acquaviva (E) e Cima delle Murelle

 |
 |
 |

Cima del Peschio (1584 m) |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
| |
 |
 |
|
|