MONTE TERMINIO: Vallone Matrunolo ed esplorazione del Vallone del Carpino
Càrpine - Vallone Matrunolo - Mandra di Pinuccio - Vallone del Càrpino, tratto basso (q. 765m - 930m c.) e medio (fino a q. 1200m c.)
(22 maggio 2016)

I Monti Picentini racchiudono alcuni tra i meno contaminati 'angoli' di Natura della Campania e dell'intero sud Italia. Il Terminio è tra le cime più conosciute (un tempo l'intero massiccio era noto come Monti del Terminio, anche perché si pensava che fosse la sua cima a toccare la quota più alta del gruppo) ma generalmente è l'Accellica ad esser considerata la montagna più aspra, "rispettata" e persino "temuta" dell'intera Irpinia.
Questo perché la facile accessibilità del Terminio, per chi sale ad es. da Campolaspierto o anche per le cupe faggete del versante volturarese (Acqua delle Logge), ne addolciscono assai l'aspetto, quasi banalizzandolo.
Ma il Montagnone cela (e neanche tanto) interessanti e quasi proibitivi recessi, nel suo selvaggio "anfiteatro dolomitico" del versante occidentale, che si palesa in tutta la sua maestosa bellezza a chi -seppur velocemente- percorra in auto il cavalcavia sul Vallone Matrunolo della SS574 (ponte la cui realizzazione fu per decenni "implorata" ai regnanti borbonici dai cittadini serinesi, dato il rischioso passo obbligatorio nell'attraversamento del fosso da parte dei mulattieri presso il fondovalle del fiume Sabato), o al tornante della stessa strada "del Terminio" che lo lambisce più a monte o ancora a c. 2 Km fuori Ribottoli sulla strada Serino - Colla - Giffoni.
I recessi più intimi del Terminio, quelli delle lunghe creste che racchiudono profondi valloni sorvegliati da alti gendarmi e pinnacoli di bianco calcare, sono appannaggio degli escursionisti più intraprendenti, che abbiano preso familiarità con la relativamente complessa orografia della montagna (il segnale gps potrebbe latitare a lungo nei profondi valloni) e dotati di senso d'orientamento (siamo in zone che ricordano -seppur in miniatura- alcuni valloni orientali della Majella). Alcune pareti, torrioni, valloni e canali, sono ad esclusivo appannaggio degli alpinisti. Sotto questo aspetto le potenzialità della montagna furono ben evidenziate tanto all'alba dell'escursionismo (G. Fortunato, E. Abbate, V. Campanile), quanto al "Mezzogiorno" (di pietra) dell'alpinismo, che vide (1981) la pur fugace apparizione in loco dei mitici Alessandro Gogna e Andrea Savonitto ("...vi sono però grossi problemi per raggiungere i pilastri, le placche e le pareti ed è assolutamente necessaria una ricognizione da vicino per capire la selvaggia geografia di questi posti", scrisse Gogna nel 1982).
Una prima versione della dettagliata descrizione orografica del Terminio l'ho scritta in calce a questa pagina -> [LINK] Esplorazione del Terminio, Grottoni e Crestoni...
Il sentiero CAI 132 è l'unico che si inoltra nel cuore verde del versante occidentale, seguendo per intero il corso del Vallone Matrunolo fino alla testata (alla "confluenza" con il Canalone Grande, che scende per 1Km dall'imbuto erboso sotto la cima fino alla Ripe della Cannella) dove la traccia segnata compie un arco per risalire verso S un pendio che dà sulla cresta del Vernacolo, quella che chiude a Sud l'Anfiteatro del Terminio.



Vallone Matrunolo, q. 750m circa. La cascata di des. è quella oltre la quale il vallone principale prosegue verso E, mentre quella di sin. (N) proviene dal Vallone del Carpino


Per risparmiare tempo, invece di partire dall'attacco dei sent. 132-133 (castagneti a q.545 presso il Km 5 della SS574 del Terminio), parcheggio più su, quelche centinaio di metri prima del tornante sul Matrunolo (presso il Km 9 della SS574). All'altezza del tornante, scavalcando il filo spinato, si trova un evidente sentiero che parte da q. 668 e scende verso ENE (NB: tutto il fianco della scarpata immediatamente a ridosso - a NW, N e NE- del tornante della strada è costituito da una fascia superiore di sgrottamenti, che si discende in vari punti, ma più giù la vegetazione e le pareti della fascia inferiore rendono impossibile l'accesso nel letto del Matrunolo).
Si trovano segni CAI e sistemazioni del sent. anche sul tratto a S del torrente, e si guadagna il corso d'acqua presso le recinzioni della Mandra di Pinuccio. Procedendo oltre le staccionate, a tratti entrando nel torrente, si giunge infine alla cascata, alta pochi metri (a des. nella foto qui in alto); poco prima della cascata il sentiero la aggira sulla destra (S) e guada il corso d'acqua a monte del salto inerpicandosi un po' fino ad uno spiazzo/poggio tra lecci e carpini (q. 800m circa) dove procede in direz. Est. Da questo punto parte a sin. una traccia che abbandona il sentiero CAI per salire verso N, inizialm. sulla idrografica sin. del Vallone d. Carpino.
Poco dopo si scende a guadare sotto un'altra cascatella e -facendo un po' di attenzione per il fondo scivoloso- si prende la cengetta esposta su un salto d'acqua che finisce tra sottostanti e lisce "marmitte", cengia che che si fa subito traccia e sale (meglio non sporgersi troppo a guardare la cascata sottostante) per poi incrociare un sentierino che viene da WSW (che torna nel Matrunolo, a q. 700m circa, come ho avuto modo di appurare dopo), e che lasciamo a sin per ripiegare sulla idrogr. des. del tratto basso del Vallone del Carpino, che risaliamo verso N. Alla nostra destra tuona rumoreggiare fragorosamente un'alta cascata che intravediamo dall'alto. Più su ritorniamo nel letto del torrente, superando facili saltini (evitabili a sin.) fino alla "svolta" a des. (E) del Vallone del Carpino, all'incirca a q. 930m. [NB: Se continuiamo verso N, il vallone subito si biforca (a NW vs NNE): il ramo principale è quello di des./NNE che ci accoglie con un salto di pochi metri, paretina a sin. II+/III-. L'anno scorso lo risalimmo -si tratta del Vallone del Balordo***- per giungere all'attacco del Canale dell'Ogliara innevato e poi da qui fino in cima, mentre adesso sono tornato per esplorare il tratto medio-alto del V. Carpino, che scende da Est].
Dalla "jonta" a c.930m, si prosegue verso est coprendo altri 300m di dislivello in ambiente selvaggio ma senza particolari difficoltà, fino a q.1200m circa (cascate gemelle), dove il salto obbligatorio, quello di destra sotto ai due massi, va effettuato preferibilmente a secco! Tornerò.

*** NB: Sulla Guida "Appennino Meridionale" di L. Ferranti (CAI - TCI, 2010, p.264, it., 100r), esiste una relazione di un percorso che risale la parte bassa (tratto S-N) del V. Carpino salendo fin su Costa Friddo, ma -data la difficoltà "EE"- e la sommaria descrizione, mi viene il dubbio che si tratti di una traccia che sale più in quota di quella da noi percorsa l'anno scorso: e in effetti ho trovato tracce che si dipartono verso NW (dal tratto basso del Carpino), verso i vallone prossimi al Santuario del SS Salvatore. Non è escluso che possa esserci anche una traccia che risale ripidamente verso N a mezza costa (!?), sotto pareti e pinnacoli, fino al Varco dell'Immenso. Vedremo più in là. Di certo l'itinerario relazionato da Ferranti (loc. cit.) non è quello che percorremmo il 4/4/2015 (Vallone del Balordo - Canale dell'Ogliara -LINK) che si tiene a lungo nel fondo del vallone diretto a NNE, superando facili salti e passaggi di tipo alpinistico (diff. F+/PD-, passi II/III).



Poco dopo aver lasciato il sent. 132 (continuando a sin. nel punto della foto qui in basso a sin.), si perviene in questo punto; la traccia prosegue sulla cengia di sin., un po' esposta su di un salto tra marmitte di roccia.


Scapola di qualche animale volato dall'alto Facile saltino, evitabile a sin. "Curva a destra" (E) del V. Carpino, c. 930m In alto il primo saltino del Vall. del Balordo

Nelle foto satellitari il V. Carpino è sempre in ombra, ed è difficile comprenderne la morfologia e valutarne la presenza di eventuali strozzature, salti di cascate, colatoi (in parte anche coperti dal bosco) che precedono la parte più alta, quella della testata, diretta a NNE. La Carta Tecnica Numerica Regionale (1:5000, a. 2004-05) mostra il primo restringimento serio in corrispondenza delle pareti S della quota 1553, il contrafforte centrale.
Certamente, a monte del saltino di q. 1200m circa, c'è da aspettarsi almeno un altro salto, ma non è detto che sia proibitivo. Più su forse un canale-colatoio invaso da pietre porta ai margini del bosco e sui più erti pendii erbosi che si allargano sotto la testata del vallone...
La via alla cima per il Vallone del Carpino -parecchio intricata- non è relazionata sulla guida di Ferranti, ma ciò non significa che non sia già stata percorsa: la mancanza di relazioni potrebbe anche dipendere dal fatto che è tutto sommato un itinerario esplorativo e scomodo, non escursionistico, ma forse neanche di particolare interesse alpinistico. La forte esposizione alle valanghe (come e più del Canalone Grande) e la stessa conformazione, ne rende forse poco interessante la salita anche in condizioni invernali. Ma questo si vedrà più in là.


S'intravede uns stretta, dove il canale piega a NNE Ambientino niente male! (Q. 1100m circa) La cascatella di destra Cascatella del Carpino, a c. 1200m, dettaglio


Cascate gemelle, il primo tratto tecnico del Carpino. Alla base della paretina un blocco di neve caduto dall'alto e altro materiale svalangato (la parete è molto meno "appoggiata" di quanto appaia in questa foto; vedi foto sopra e sotto)


Nel tratto medio del Vallone del Carpino, cioè a monte della sua curva verso Est (tra 930m e 1200m di quota), le parti del letto del torrente sbarrate da massi sono aggirabili (sulla des./S), fino a questo punto, a c.1200m.
Qui il salto [pochi metri e tutto sommato non difficile, credo sul III/IV-, possibile arrampicare sia al centro che a sin. dove i 2 massi sono appoggiati alla parete], è reso scivoloso dall'acqua che vi scorre: stavolta ho evitato di bagnarmi!
- Bisognerà tornarci quando si secca, a estate inoltrata. In alternativa è anche possibile calarsi dalla testata del vallone, passando sotto la fascia rocciosa che cinge la q. 1772 e scendendo dalla sella che la separa dalla q.1705.



Visto che dicono che non compaio (quasi) mai nelle foto... Autoscatto sulla via del ritorno. La cara camicia a quadri è un dono ricevuto da un cacciatore all'indomani della notte d'inverno passata sotto al Carvati (10-11 Marzo 2013)






Al centro il Vallone del Càrpino, sopra al quale culmina la cresta N-S del Terminio con la cima, q.1806m e, oltre la selletta (Canalone Grande) la q. 1772, seminascosta dalla parete arcuata della q.1705 che qui in foto svetta su tutte (v. sotto).
Il crestone di des. (S) separa il Vallone del Carpino dal Matrunolo e, più sopra, dal Canalone Grande, mentre il Crestone di sin. (N, ma in realtà una serie di 3 contrafforti staccati) separa il V. Carpino dal Vallone del Balordo / Can. dell' Ogliara.

Foto e testo © Francesco Raffaele
[Fotografie: EOS 40D + Canon 15-85 is]


Schema di sentieri e Tracce nell'Anfiteatro W del Terminio

Foto Satellitare e zoommate dell'Anfiteatro del Terminio.

SAT del tratto medio e alto del Vallone del Carpino ->

Il Vallone del Carpino dalla q. 1772m
... e dalla q. 1705m (foto 1/11/2015)


Altre Escursioni sul TERMINIO:


Terminio di fine anno, da Volturara
(31/12/2015)

Grottoni e Crestoni del Terminio (1/11/2015)
CON NOTE DI OROGRAFIA / ALPINISMO

Campolaspierto - Monte Vernacolo
(21/6/2015)

Risalita Vallone del Balordo - Canale Ogliara - Cima
(4/4/2015)

Traversata invernale del Terminio
(8/2/2015)

SS Salvatore - Cime - Campolaspierto
(8/12/2014)

Varco del Vernacolo - Canalone Grande (27/9/2014)

Vallone Matrunolo - Canale Ripe della Cannella
(3/8/2014)

Terminio invernale (26/1/2014)

Campolaspierto-Terminio (3/10/2011)

Acquenere - Scorzella (7/11/2010)

Traversata del Terminio (10/10/2010)

Santissimo Salvatore (25/9/2010)

Campolaspierto - Portella - Vernacolo (19/9/10)

Volturara - Acqua delle Logge (13/2/2010)


Vallone Matrunolo (1/3/2009)

Barrizzulo (10/2/2008)

Pianori Terminio (18/2/2007)

Terminio, invernale (9/12/2007)

Terminio (3/7/2005)

 

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